lunedì 12 dicembre 2016


Giorgio Albertazzi

Attore di teatro e di chiarissima fama poteva recitare degnamente il teatro greco antico

di Antonio Carannante

Giorgio Albertazzi fu ufficiale nella Repubblica Sociale di Salò. La sinistra intellettuale italiana, mai tenera con chi la pensa diversamente da essa, operò un'eccezione pressocché unica nei confronti di Giorgio Albertazzi: non gli fece pesare il suo passato ma gli tributò anzi onori. Sono quasi trascinato a dire che la sinistra italiana fosse necessitata a fare così a causa della singolarissima e veramente unica personalità dell'artista. 
Giorgio Albertazzi
Ho citato apposta l'atteggiamento della sinistra italiana per offrire un indice che potesse incamminarci nella ricerca del livello di altezza di questo protagonista della cultura globale. In un mio precedente scritto ebbi a dire che solo un attore di teatro e di chiarissima fama poteva recitare degnamente il teatro greco antico il quale funge anche, a mio personale avviso, come il più alto metro di valutazione riguardo la profondità artistica dell'attore. Ci sono tanti altri attori che vivaddio erano in grado di calcare la scena di un'antica tragedia greca: ciò avveniva soprattutto quando Albertazzi era giovane; oggi molti artisti di allora sono morti o impossibilitati a recitare a causa dell'età.

Attualmente ricordo essere rimasto soltanto Umberto Orsini come ultimo dei maestri di teatro, come oggi si chiama una personalità da par suo. Per ciò che riguarda Albertazzi il punto è un'altro: non si tratta solo di recitare anche se al massimo livello possibile; altri hanno o avevano il pieno possesso della capacità tecnica, altri ancora hanno o avevano una caratterizzazione magarti troppo istrionesca. Ma allora quale è il senso equilibrato di investire la propria personalità nel teatro! Più che una professione tecnicamente ineccepibile, viene fuori adesso che è tutto l'essere globale dell'attore. che si stabilisce al centro non solo del personaggio da interpretare  ma anche dell'intera storia da rappresentare:siamo in un ambito pressocché mistico così come era mistica l'aura in cui nasce la tragedia greca appunto legata inizialmente al culto dionisiaco presentante ampi risvolti mistici. Ecco perché è proprio la tragedia greca il genuino banco di prova della valentìa dell'uomo di cultura e del suo grado di profondità. Paradossalmente il recitante sparisce nella propria dimensione di solo attore e riappare quale persona e personalità al centro del tutto e che riesce a dare il significato più vero e centrale a tutta la rappresentazione oltre che al proprio personaggio. Siamo a livelli così inconsueti per cui dovrebbe bastare la visione dell'interpretazione di quel tipo di attore per far dire agli spettatori che è stata per quella interpretazione che l'autore, andando noi a ritroso, avrebbe pensato e poi scritto quell'opera. In realtà accade propriamente così in tempi più vicini a noi quando ci si riferisce a qualche attore o attrice di tanto elevato spessore da far sì che l'autore vi adeguasse le proprie opere. Aggiungo che dire però questo in attinenza al rapporto tra attuale attore e antico autore greco  rasenta l'impossibile. E' a queste vette che siede la personalità di Giorgio  Albertazzi. In passato, quando Albertazzi era giovane ma già acclamato artista,solo un altro attore ho visto tenere il passo di Albertazzi: era Gianni Santuccio e che i
Gianni Santuccio
migliori attori definivano il Maestro dei maestri. Intervistato in una vecchia trasmissione televisiva, Gianni Santuccio disse che era proprio vero: l'attore teatrale  deve avere una sua "pazzia",tra virgolette, riferendosi a  quell'aura di misticismo che anch'io ho citato prima. In conseguenza di tali riflessioni mie su Giorgio Albertazzi, ieri ho deciso di offrire la mia intenzione di partecipazione alla S.Messa domenicale in suffragio della sua anima!

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