lunedì 7 marzo 2016

Identita'

Prof. Antonio Carannante

Identità di una Nazione (fotomontaggio Salvatore)
Quando si dice che l'uomo è un essere sociale non si intende certo dire che normalmente tende a socializzare: sarebbe naturalmente troppo banale di fronte a una realtà invece molto più intima!
Qui entra in scena spontaneamente un'altra realtà: la Nazione! Cosa è mai una Nazione

Ebbene Essa nasce quando si forma una globale e profonda visione della vita e del mondo e che sia condivisa da una intera popolazione residente in un determinato territorio se non è nomade. Ordinariamente un elemento religioso è sempre presente in una tale visione.
L'uomo ha quindi bisogno di riconoscersi in una comunità ben determinata, per essere qualificato come essere sociale, e non in una indeterminata e generica cittadinanza mondialista. La Patria è realtà prossima alla Nazione e forse maggiormente sottolineante l'aspetto territoriale.
Il fenomeno dell'emigrazione si verificò in passato su due assi portanti: materiale impossibilità di vita dignitosa e che era in parallelo con la necessità di quella manodopera richiesta quindi dal paese di immigrazione; accettazione da parte dell'emigrante non solo delle leggi scritte ma anche degli usi sociali vigenti nel paese di immigrazione.
Da molti anni, troppi, il fenomeno a cui assistiamo non è di emigrazione ma di mondializzazione o globalizzazione.
I parametri sono diametralmente opposti tra i due fenomeni. Troppo spesso "l'emigrante" si presenta alla porta di un paese straniero quando vuole, come vuole, senza esserne stato richiesto dall'eventuale paese di immigrazione per le ragioni socio-economiche previste dal fenomeno di emigrazione come in passato; il nuovo arrivato si disinteressa totalmente degli usi e costumi del paese ospitante, ostentando una mentalità propria di apartheid rispetto al contesto che lo circonda, quando non apertamente contraria e dannosa e delinquenziale nei confronti della società ospitante la quale magari presenta già al proprio interno le sue ormai congenite deficienze gravi.
Come si comportano le istituzioni riguardo a questo fondamentale aspetto della vita nazionale?
Senza riferirmi solo ai politici ma semmai a tutta la classe dirigente del paese, ognuno per i compiti della propria categoria, mostra nella maggior parte di essere deficitaria. Incominciamo col riferire che molti ,fra varie categorie di intellettuali, ancora compiono il madornale errore di confondere lo Stato con la Nazione rendendo i due termini sinonimi. Lo Stato è lo strumento di cui si dovrebbe servire la Nazione per aderire a quei fini previsti in quella fondamentale visione di vita che caratterizza appunto la Nazione. Come tale lo Stato è una convenzione (tant'è che ci possono essere diverse forme di stato) di cui la Nazione si serve per i propri scopi: quindi lo Stato è in subordine rispetto alla Nazione ed è insulso parlare, come fanno tanti intellettuali, di servitori dello Stato, bensì si dovrebbe correttamente parlare, quando il caso lo consente, di servitori della Nazione.

Prima di terminare la presente considerazione, è il caso di un accenno a un modo di dire che ho sentito in bocca a diversi intellettuali nel momento di affrontare l'argomento della sicurezza: "non rendiamo l'Italia un far -  west nel tentativo della difesa dalle violenze altrui. Commento mantenendomi al minimo: "ma il far -  west c'è già nel momento dell'attuazione delle troppe violenze e delle eccessive modalità. sconosciute a noi italiani, di effettuare le violenze stesse.

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