Identità di una Nazione (fotomontaggio Salvatore) |
Qui entra in scena spontaneamente un'altra
realtà: la Nazione! Cosa è mai una Nazione?
Ebbene Essa nasce quando si forma una globale e profonda visione della vita e del mondo e che sia condivisa da una intera popolazione residente in un determinato territorio se non è nomade. Ordinariamente un elemento religioso è sempre presente in una tale visione.
Ebbene Essa nasce quando si forma una globale e profonda visione della vita e del mondo e che sia condivisa da una intera popolazione residente in un determinato territorio se non è nomade. Ordinariamente un elemento religioso è sempre presente in una tale visione.
L'uomo ha quindi bisogno di
riconoscersi in una comunità ben determinata, per essere qualificato come
essere sociale, e non in una indeterminata e generica cittadinanza mondialista.
La Patria è realtà prossima alla Nazione e forse maggiormente sottolineante
l'aspetto territoriale.
Il fenomeno dell'emigrazione si
verificò in passato su due assi portanti: materiale impossibilità di vita
dignitosa e che era in parallelo con la necessità di quella manodopera
richiesta quindi dal paese di immigrazione; accettazione da parte
dell'emigrante non solo delle leggi scritte ma anche degli usi sociali vigenti
nel paese di immigrazione.
I parametri sono diametralmente
opposti tra i due fenomeni. Troppo spesso "l'emigrante" si presenta
alla porta di un paese straniero quando vuole, come vuole, senza esserne stato
richiesto dall'eventuale paese di immigrazione per le ragioni socio-economiche
previste dal fenomeno di emigrazione come in passato; il nuovo arrivato si
disinteressa totalmente degli usi e costumi del paese ospitante, ostentando una
mentalità propria di apartheid rispetto al contesto che lo circonda, quando non
apertamente contraria e dannosa e delinquenziale nei confronti della società
ospitante la quale magari presenta già al proprio interno le sue ormai
congenite deficienze gravi.
Come si comportano le istituzioni
riguardo a questo fondamentale aspetto della vita nazionale?
Senza riferirmi solo ai politici ma
semmai a tutta la classe dirigente del paese, ognuno per i compiti della
propria categoria, mostra nella maggior parte di essere deficitaria. Incominciamo
col riferire che molti ,fra varie categorie di intellettuali, ancora compiono
il madornale errore di confondere lo Stato con la Nazione rendendo i due
termini sinonimi. Lo Stato è lo strumento di cui si dovrebbe servire la Nazione
per aderire a quei fini previsti in quella fondamentale visione di vita che
caratterizza appunto la Nazione. Come tale lo Stato è una convenzione (tant'è
che ci possono essere diverse forme di stato) di cui la Nazione si serve per i
propri scopi: quindi lo Stato è in subordine rispetto alla Nazione ed è insulso
parlare, come fanno tanti intellettuali, di servitori dello Stato, bensì si
dovrebbe correttamente parlare, quando il caso lo consente, di servitori della
Nazione.
Prima di terminare la presente considerazione, è il caso
di un accenno a un modo di dire che ho sentito in bocca a diversi intellettuali
nel momento di affrontare l'argomento della sicurezza: "non rendiamo l'Italia
un far - west nel tentativo della difesa
dalle violenze altrui. Commento mantenendomi al minimo: "ma il far - west c'è già nel momento dell'attuazione
delle troppe violenze e delle eccessive modalità. sconosciute a noi italiani,
di effettuare le violenze stesse.
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